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“..di Ramelli ce n’era uno, ma di Mattei ce n’erano due…”

E’ proprio vero che la mamma degli imbecilli è sempre incinta.
Nella serata di martedì 16 ottobre, due ragazze di 17 e 18 anni del Liceo Classico F.Petrarca di Arezzo, militanti del Blocco Studentesco, sono state minacciate di morte, tramite la chiamata di un misterioso compagno di scuola ad una delle due. La chiamata minatoria avrebbe avuto lo scopo di far desistere le due ragazze dall’intenzione di candidarsi come rappresentanti d’istituto; la minaccia è stata tanto chiara quanto idiota: “..di Ramelli ce n’era uno, ma di Mattei ce n’erano due…”, facendo riferimento all’aggressione nel 1974 a Sergio Ramelli e al rogo di Primavalle, in cui morirono i fratelli Virgilio (22 anni) e Stefano (10), con la sola colpa di essere figli del dirigente della sezione del MSI del quartiere romano.
“..bene,allora sono contenta di candidarmi!…” ha risposto la più grande delle due ragazze. E’ evidente che non solo il coraggioso interlocutore telefonico non ha sortito l’effetto sperato ma ha addirittura ottenuto la reazione opposta! Le due militanti del Blocco Studentesco, movimento presente in molte città italiane e in cui milita la componente giovanile della Fiamma Tricolore, non si fanno certo intimorire dalle telefonate anonime di vigliacchi che giocano a fare la politica!
Evidentemente i figli e i nipoti dei reduci del ’68 e del ’77 hanno mantenuto inalterato il corredo genetico dei padri e dei nonni proseguendo nella preziosissima funzione di "utili imbecilli" di questo sistema. A Roma le aggressioni nei confronti dei militanti del Blocco Studentesco si stanno moltiplicando, sempre ad Arezzo un’altra telefonata ad uno dei due sottoscritti responsabili del Blocco aveva il seguente contenuto: “Occhio a quello che fai, morte al Blocco Studentesco”.
Ci rendiamo conto che sia difficile, per chi non ha niente da dire e, soprattutto, da pensare, accettare che ci sia una forza studentesca che ha argomenti, preparazione e volontà di schierarsi a fianco degli studenti, ma pur dispiacendoci umanamente per la condizione abietta di qualche compagno impotente, invidioso e rancoroso noi non possiamo fermarci ed appiattirci sulla sua incapacità di fare politica. Consigliamo pertanto a questi valorosi anonimi nell’ombra di risparmiare il costo delle telefonate per impiegarlo in lunghe e penose cure psichiatriche di cui, innegabilmente, avrebbero bisogno: magari così un giorno, per dirla alla Pieraccioni, riusciranno a passare “da anonimi nell’ombra a uomini veri sotto il sole”.
Peraltro quanto accaduto sottolinea ed evidenzia una volta di più l’ottimo lavoro svolto dal Blocco Studentesco di Arezzo e, allo stesso tempo, ha evidenziato lo spirito orgoglioso e gioioso dei suoi militanti.
Noi andiamo avanti, senza paura e a testa alta, se ci vogliono fermare ci provino col voto e non con le minacce, sempre che ne siano capaci.

Francesco Campa

Bruno Buccelletti
Responsabili del Blocco Studentesco di Arezzo
GIOVEDì 25 OTTOBRE 2007 08:50