Cinquecento uomini armati - dichiarano i responsabili del Blocco Studentesco Arezzo - hanno rovinato il lavoro dei ventimila studenti che manifestavano da tre giorni UNITI contro la riforma Gelmini.
Il Blocco Studentesco è nato nell’estate del 2006; nel giro di due anni si è diffuso in 48 città italiane e, solo a Roma, rappresenta 37 mila studenti. Questi dati infastidiscono chi si è politicamente addormentato, chi considera come “vittoria politica” il successo di un ex-deputato all’Isola dei famosi, chi “ è costretto a prendersi un giorno di lavoro per cacciare i Fascisti” (Yassir Goretz insegna).
Il 27 e 28 ottobre STUDENTI di destra, sinistra e non politicizzati, hanno manifestato UNITI contro la riforma Gelmini, ragazzi con felpe del Blocco Studentesco stringevano la mano a ragazzi con indosso magliette con stella rossa e kefiah, “Né rossi, né neri ma liberi pensieri” era lo slogan intonato dall’Onda; ma non tutti erano contenti di questa unione: da una parte il governo voleva evitare un’ulteriore critica per il decreto, dall’altra forze politiche di sinistra non accettavano il fatto che i “neri” potessero manifestare, per di più accanto ai “rossi”.
Le conseguenze le conosciamo: trenta ragazzi tra i 18 e i 23 anni si sono dovuti difendere dall’aggressione di cinquecento uomini, tra i 18 e i 55 anni, armati di caschi, bastoni, funghi per il calore e bottiglie.
Comunque la marcia del Blocco Studentesco non si fermerà. Continueremo con le nostre lotte all’interno delle scuole e mostreremo a tutti chi si è prestato ai giochi del Governo, chi si è fatto manovrare per porre in secondo piano la protesta contro il decreto.
Francesco Campa
Bruno Buccelletti